Francia del Sud  
 Mappa I° tappa
 Mappa II° tappa
 Mappa III° tappa
 Mappa IV° tappa
 Mappa V° tappa
 Download
Testo integra- le in formato Acrobat
a cura di Enzo Tommasi (collaborazione di Giampaolo Turri)



MaiStraki nel giro della Francia del Sud

1 giugno 2006, Avignon – Nimes, km. 68

Dopo un’ottima colazione a buffet (stavolta “El Bufalo” appare soddisfatto sia della qualità sia della quantità) paghiamo e rientriamo nel centro di Avignon per la visita, sino a mezzogiorno, al celebrato ponte “Saint Bénézet”, altrimenti detto “Pont d’Avignon”.
Quindi partiamo, superando su ponti moderni i 2 bracci del grande Rodano (abbiamo peraltro tentato di prendere un suggestivo traghetto, ma questi non era agibile per il vento eccessivo!!) ed arriviamo a Villeneuve, con la Torre di Filippo il Bello, da cui il Re di Francia dominava il Palazzo dei Papi, ed una magnifica chiesa; quindi torniamo sulla via maestra per raggiungere, dopo 29 km, il “Pont du Gard”, uno dei più interessanti e suggestivi monumenti di Francia, imperitura testimonianza del genio dei nostri progenitori romani; avendo avuto più tempo a disposizione sarebbe stato bello poter affrontare il fiume in canoa, ma occorreva riprendere la strada per arrivare a Nimes.
Distrutti dal vento e dal sole arriviamo alla meta di giornata abbastanza presto: sarà la nostra fortuna poiché in città è in pieno corso la “Feria” annuale, con 5 giorni di baccanale, concerti, corride, feste per strade e quant’altro. Troviamo l’ultimo alloggio utile (100 € la doppia) in centro, all’Hotel Kyriad, e tiriamo un sospiro di sollievo: ripartire in bici per trovare un altro posto fuori città sarebbe stato devastante, considerata la nostra stanchezza.
Sistemate le bici facciamo un giro a zonzo in città, gemellata con Verona, girovaghiamo per il centro dando un occhiata qua e là a vari eventi “live” e quindi, dopo un vivace dibattito (pesce, carne, paella?) ci accordiamo per il ristorante: la scelta è azzeccata, sarà un’ottima cena, ben guarnita da ottimi vini, a € 35.
Quindi ci concediamo alcune ore di svago vagabondando tra uno spettacolo e l’altro sino a mezzanotte e oltre: da segnalare che Giampaolo viene trafitto al cuore da una giovane danzatrice on the road dalle movenze feline, in perfetto stile “brasileiro”, e non si capacita di dover tornare ben presto in albergo: ma tant’è, la vita dell’atleta impone qualche sacrificio.

2 giugno 2006, Nimes – St.Maries de la Mer, km. 76

Dopo un’eccellente colazione in hotel ed una foto di gruppo scattata dal cortese albergatore partiamo alle 9.15 perdendo diverso tempo nella caotica circonvallazione di Nimes, sbagliando pure direzione, ma presa la giusta via sentiamo il solito Mistràl spirare finalmente alle spalle e, trainati dal Bufalo in gran forma (resterà agli atti l’urlo del Turi: “no stà molàr el Bufalo”), raggiungiamo la punta massima di velocità del viaggio: 43 km/h. Rientriamo quindi, dopo vari giorni, in Camargue e saliamo in una bufera di vento la “Tour Carbonnière” da dove si ammirano distese di uccelli nelle paludi ed acquitrini; dopo pochi km. ci accoglie la cittadella fortificata di Aigues Mortes, da dove molti secoli fa partì la prima crociata. Dopo un primo ristoro a base di bibite e cibo (si ricorda Ezio addentare un poderoso panino) per soddisfare il puro spirito di sopravvivenza, ci concediamo finalmente la celebrata bibita del ciclista: una gustosa “bière panachè” al Cafè Le Perroquet, nella piazza principale del villaggio. Ripartiamo alle 15 da Aigues Mortes e, sempre in favore di vento, traghettiamo il Rodano per arrivare a Saintes Maries de la Mer, rimarchevole cittadina turistica sul Mediterraneo, famosa per la chiesa fortificata e per la festa annuale dei gitani che qui convergono a metà maggio da tutta l’Europa.
Trovato alloggio all’Hotel “Le Neptune” ha quindi luogo il consueto iter di ricerca del ristorante giusto: i desiderosi di paella tentennano troppo alla ricerca del posto migliore e perdono l’attimo fuggente; il locale da loro prescelto chiude i battenti. Troveremo comunque un locale ancora disponibile, ma la cena non sarà eccelsa; tornando verso l’hotel Stefano propone l’osservazione di un tramonto particolarmente gradevole. Pur stanchi ci incamminiamo verso gli acquitrini ma notiamo un’auto con i fari accesi sul limitare delle acque: a farla breve scopriamo che un soggetto totalmente ubriaco invece di far retromarcia dal parcheggio si era fiondato (da quanto tempo?) verso un periglioso canale. Miracolosamente la vettura si era incastrata, paurosamente inclinata di lato, su una sporgenza e l’ubriacone accelerava, senza la marcia inserita, per tentare di andare non si sa dove. Stefano ed Enzo, colta la gravità della situazione, restano sul posto per cercare di estrarre il malcapitato dalla macchina mentre Ezio e Giampaolo vanno a cercare un improbabile soccorso, ritenendo necessario far telefonare urgentemente al “diciotto”. Solo al ritorno dei due, con qualche altro del villaggio, una catena di soccorritori formata da tre persone riesce a tirar fuori dalla vettura il corpo morto nella macchina, che alcuni indizi (indifferenza dei concittadini per il suo recupero, vettura abbandonata a se stessa dai Vigili del Fuoco almeno sino al mattino successivo, etc.) hanno fatto ritenere non essere particolarmente apprezzato in paese.
Tuttavia occorre seriamente dire che solo una dannata fortuna del malcapitato e la nostra casuale presenza ha salvato la persona da sicura morte; sarebbero bastati solo pochi cm. di maggior inclinazione e l’auto sarebbe scomparsa nelle acque con il conducente.
Morale: talvolta un bel tramonto può contribuire a salvare una vita.

3 giugno 2006 St.Maries de la Mer – Salin de Giraud, km. 37

Colazione discreta all’Hotel Le Neptune (€ 5), breve visita alla vettura, nella stessa posizione della sera precedente ed ancora con i fari accesi, e dopo un difficile approccio al percorso da compiere verso le 10 imbocchiamo la giusta via: una strada sterrata, spesso coperta di sabbia – per cui sovente le bici si piantano e devono essere spinte a mano – nel cuore del mitico “Parc Nazionale de Camargue”. E’ in assoluto la parte più bella, dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, di tutto il viaggio: tra il mare e i numerosi stagni incontriamo stormi di fenicotteri e aironi nonché mandrie di bufali e cavalli; non mancano laghi salati da cui il mare periodicamente si ritira, lasciando incrostazioni sul terreno di variegate colorazioni e particolare bellezza. Sostiamo presso il faro di “La Gacholle” (con un piccolissimo museo) e quindi di buona lena pigiamo sui pedali per arrivare alla località di partenza del viaggio dove ci aspetta l’auto: Salin de Giraud, ove meritatamente arriva per primo Stefano detto “El Bufalo”.
Sistemiamo noi stessi e le bici, ci rinfreschiamo, e quindi, alle 14.40, siamo in grado di ripartire verso l’Italia con opportuna digressione sulla Cote de l’Esterel (da Saint Raphael a Cannes) e quindi ad Antibes, per placare i morsi della fame con opportuna libagione; ripartiamo ben rifocillati ed in tardissima serata saremo alfine a casa.

Considerazioni finali:
- Percorso molto interessante e vario, ma con poche strade ciclabili (il confronto con Olanda e Germania, affrontate in passato, risulta impietoso).
- Km. globalmente percorsi: 311 che, in considerazione del vento sopportato, valgono ben di più.
- Prezzi: buono il prezzo degli alberghi, normale quello dei ristoranti, molto care le bevande.

tappe precedenti
29/05/2006, Tour nella Reserve Nationale de Camargue (15 km)
30/05/2006, Salin de Giraud – Arles (52 km)
31/05/2006, Arles – Avignon (62 km)